Gubitosi rimandato In mano ad una Vigilanza Rai spendi e spandi L’obiettivo del piano di riassetto dei telegiornali che il direttore generale Rai Luigi Gubitosi sta rivedendo in vista del Consiglio di amministrazione spostato dal 19 febbraio, a giovedì 26 prevede la nomina di un nuovo direttore unico delle news, al posto della raffica dei direttori vari. Ma Gubitosi era stato persino più innovativo e accorto nel tutelare un’azienda prossima al disastro finanziario, tanto da proporre l’unificazione dei tg. A che servono tre testate di telegiornale che triplicano i costi, quando se ne potrebbe fare uno soltanto? Purtroppo tanto buon senso e razionalità non è piaciuto alla vigilanza che unitariamente è insorta contro il direttore chiedendogli a brutto muso il mantenimento delle caratteristiche delle diverse testate e assicurazioni sul pluralismo. Il che è curioso perché non capiamo dove sia il pluralismo. Un conto era che in epoca di proporzionale i due principali partiti di governo avessero appannaggio di un rete ciascuna, l’uno alla dc, il due al Psi, e che un terza rete fosse appaltata al principale partito di opposizione, la terza al pci. Un'altra completamente diversa è la situazione di oggi dove il pd controlla almeno due telegiornali e forse il tg2 è in mano all’opposizione costituita dal vecchio centrodestra ormai agonizzante. Evidentemente in commissione si confida di dare rai tre a Grillo, se si parla di pluralismo. Ma soprattutto se mai il centrodestra si spaccasse definitivamente con la lega da una parte e Berlusconi dall’altra, cosa pensano di fare in Vigilanza, chiedere di istituire una quarta rete per Salvini? Bella questione per un parere dell’Avvocatura dello Stato capire quali compiti abbia la Vigilanza e quali i vertici della tv pubblica. Il piano Gubitosi, per quanto possa essere rimaneggiato comporterà sicuramente dei risparmi importanti, solo con i prepensionamenti la sua è un’operazione da meno 100 milioni. Poi c’è la vendita di Raiway, circa 35% delle azioni della società degli impianti di trasmissione, ha fruttato un incasso di 280 milioni e una plusvalenza di 200. Insieme ai tagli, è stato superato lo scoglio dei 150 milioni richiesti dal governo con la Spending Review. Eppure Gubitosi ha ragione di essere insoddisfatto, perché poteva e voleva fare di più. In prospettiva, egli ha ragione, la vera riforma che attende il nuovo vertice Rai nominato dopo di lui sarà la revisione delle Reti che dovrebbero, per l’attuale direttore generale, seguire un criterio tematico. Tre reti generaliste, sostiene, non hanno più senso su un mercato audiovisivo sempre più complesso e articolato. Questione esatta, in quanto anche questa impostazione ci riporta alla rai della presidenza Manca, quella degli spicchi di verità da comporre insieme per avere un frutto digeribile. E solo per una sciocchezza del genere Manca andava cacciato. Oggi da cacciare ci sarebbe l’intera Vigilanza. Roma, 18 febbraio 2015 |